Sonia

La delusione, la fatica, l’angoscia e poi l’Amore!

Quando il desiderio di un figlio diventa straziante.

Una storia a lieto fine: la mia storia!

 

 

Sono le ore 20:30 e una me di un paio d’anni fa rientrava a casa dal lavoro senza trovare nessuno che l’aspetta: Fabio avrebbe fatto le 23:00 ma sicuramente mi avrebbe trovata sveglia. Apro il frigorifero pensando ad una mia cena solitaria, oggi non ci sono gli avanzi del pranzo, potrei prepararmi questo o quello ma opterò per un sano toast con prosciutto cotto, veloce e che non lascia annoiarmi ai fornelli! Questa è una serata molto comune per me quando non trovo Fabio a casa,che al contrario si è quasi sempre divertito a cucinarmi qualcosa di buono per farmelo trovare pronto. Io non avevo un orario per rientrare  a casa all’epoca e, dopo il lavoro, riuscivo a fare orari assurdi a volte, eppure lui mi ha sempre aspettata perché potessimo cenare insieme.

Dopo aver trangugiato il toast bruciacchiato accendevo la tv e, dopo un lungo zapping improduttivo,  accendevo anche il mio laptop adagiandomi nella solita posizione sul divano. Google. Clicco nella banda per scrivere e compaiono le ultime ricerche effettuate:

  • metodi alternativi per rimanere incinta
  • ultimo giorno del ciclo
  • come fare per calcolare l’ovulazione
  • cosa mangiare per rimanere incinta

“Che disastro!”, penso. “Ormai non penso ad altro. Me lo ha detto anche Fabio, sono solo pochi mesi che pensiamo di avere un bambino e non mi devo preoccupare di già così. Sonia rilassati e arriverà!”. Questo lo pensavo intensamente ogni giorno, facendo una sorta di meditazione trascendentale, cercando di fare altro e non pensare a quei test negativi e a quel ritorno del ciclo che mi abbatteva ogni volta.
La verità è che, chi come me ci è passato lo capirà, nel momento in cui tu e il tuo compagno pensate che sia arrivato il momento giusto, l’età e i lavori sono in linea, oppure semplicemente pensate  di volere un figlio e lo desiderate moltissimo, quando succede questo allora tutta te, anima e corpo, non riesce a pensare a nient’altro. E credi, ingenuamente, che al primo tentativo ci riuscirai: il mese dopo vedrai le due linee marcate sul test e la felicità esploderà nei vostri cuori. Ma poi i progetti vanno in fumo, il ciclo arriva sempre ogni mese, un mese dopo l’altro e il perché non è chiaro. La luna non è feconda e a te partono i vari viaggi mentali. Disagio.

“Ma si, dai, sono solo pochi mesi. Non mi devo preoccupare”, mi ripeto. Mi sento anche ridicola a rattristarmi per qualche test negativo, rispetto a quelle donne e famiglie che provano per anni fino a rincorrere alla medicina pur di avere un bambino. E io sono qui a piangermi addosso, dopo soli pochi mesi di tentativi andati male. I pochi mesi diventano diversi mesi, quasi un anno. E un’aurea di tristezza mista a delusione prende sempre più forma nella mia vita.

Succede che arriva il compleanno di Fabio e pensi: ” Come sarebbe bello dargli la notizia che aspettiamo un bambino proprio il giorno del suo compleanno!”

Succede che arriva il compleanno di mia madre:” Come sarebbe bello dare la notizia dell’arrivo di un nipotino proprio il giorno del suo compleanno!”

Succede che arriva Natale e sui social ci sono molte foto di scarpettine minute appese agli alberi che provano l’arrivo di un bebè in quella famiglia. E tu no!

Succede che si, pensi e leggi di donne disperate dopo anni di tentativi, che scoprono l’infertilità e decidi di non abbatterti, ti senti quasi colpevole a temere per te, quasi male per tutte le donne del mondo che affrontano gli ospedali e tutti i disagi connessi al non riuscire ad avere i bambini. Ma succede che ci pensi:” E se non ci riuscissimo nemmeno noi?”.

Un giorno Fabio mi prende di peso e mi fa un discorso molto serio, quasi incavolato:” Non voglio parlarne più!”, era il succo del discorso. Solo il continuo sentirsi dire che oggi potrebbe essere un giorno fertile e domani no fa diventare il divertimento del provare ad avere un figlio un lavoro. Una mera situazione meccanica che lascia il tempo che trova!
Ok, mi metto seriamente in testa di non pensarci più. Allora ogni giorno vado a lavorare, mi dedico alla casa, leggo molti libri, mi infilo nel tunnel delle serie tv senza fine. E finalmente non ci penso più davvero!

Esattamente dopo un mese dalla decisione di viverla serenamente, della serie come vada vada, “dopotutto siamo giovani”, ero questo che ci eravamo detti…. eccolo!!!!!

Seno dolente da giorni come non avevo mai avuto! Ma penso: ” Saranno gli ennesimi segnali da ciclo, anche se sono diversi dal solito!” Mesi fa , a ridosso dell’estate, ci ero già cascata con un ritardo di diversi giorni, che mi aveva fatto comprare un altro test di gravidanza e che aveva portato ad un’ennesima delusione.
Quanti test ho ripescato dalla pattumiera per vedere se si erano colorati, quante notti passate a leggere il calendario e contare con l’indice i giorni. “Direi anche basta! Abbiamo deciso di non infliggerci più dolore, quindi questo fastidio al seno vedrai che finirà con l’arrivo del ciclo.” Mi ripeto e ripeto.
Quel giorno sono andata a lavoro e davvero non c’ho pensato.

Quattro giorni dopo e del ciclo nemmeno la traccia, ma qualcosa mi aveva invasa, una sensazione. Erano già quattro giorni che io mi sentivo felice e sentivo che questa volta c’eravamo riusciti. Ma la troppa delusione passata mi faceva deviare questi pensieri. E non dicevo nulla, nemmeno a Fabio.

Avevo fatto un sogno una settimana prima circa. Il sogno è rimasto un po’ sottoforma di ricordo sfocato, ma alcune immagini erano vivide in me. Sognai di avere un bambino, era bellissimo, lo vedevo perfettamente nella culla con la sua pelle rosa, me lo immaginai lungo, un bambinone, che piangeva, le coscette giuste e strillava. Aveva pochi capelli ed era, indiscutibilmente, identico al mio fratellino quando nacque: Francesco. Avevo quattordici anni quando arrivò nella nostra famiglia e me lo ricordo benissimo. Pensavo di non aver mai visto bambino più bello, tanto da credere fosse finto. Mio fratello nacque il 15 Ottobre e io andai subito su Google a vedere quando sarebbe dovuto nascere se fossi rimasta incinta davvero, se quelle mie sensazioni erano giuste. Sarebbe dovuto nascere il 14 Ottobre. Basta, i segnali erano inconfondibili per me, potevo fare il test, anche se lo scettico di Fabio me lo avrebbe impedito facendomi aspettare ancora, evitandomi un’ennesima delusione. Io però lo sentivo nel profondo, nelle ossa, nel cuore e nell’anima! “Se sarà un’altra delusione me la sono cercata”, pensavo.

Ripensai a quel sogno e la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso in me si fece più forte. Quella mattina mi alzai e corsi all’ Esselunga. Comprai il test della Clear Blue Digital, dove non compare nessuna lineetta ma anche un test classico, decisa a fare prima quest’ultimo e se era un altro fallimento,  avrei messo a parte quello della Clear.

Tornai a casa, Fabio era a lavoro e feci il test, quello dove devono comparire le lineette. Il cuore ragazzi, oh mio dio come mi batteva all’impazzata. Ricordo che pensai:” Calmati o ti viene un infarto!”, e non avevo ancora il risultato davanti gli occhi, e poi: due linee ben marcate! 

Prendo il telefono, poi lo poso, poi lo riprendo: chi chiamo? Fabio? Mamma? Serena?( la mia amica ostetrica). “Aspetta Sonia!”, mi dico. Prendo il test della Clear Blue: incinta da 2-3 settimane! Esplodo in un pianto di gioia che non riesce a placarsi. E mi metto seduta sul divano. Erano le 10:00 più o meno quando feci il test e fino a mezzogiorno sono stata lì seduta a guardare i test, passando da una risata, alla gioia, al pianto e alla commozione. Mi sono accarezzata la pancia e gli ho parlato:” Ciao! Benvenuto finalmente! Non sai quanto ti abbiamo aspettato!”. Parlavo al maschile perchè io già lo sapevo che sarebbe stato Tommaso, non avevo dubbi. Lo avevo già visto nel mio sogno, esattamente come poi è stato: lungo 52 cm, pochi capelli e una pelle magnificamente rosa, come un bambolotto. E aggiunsi:” Mi raccomando Amore mio, rimani nella pancia della mamma, ti darò un posto accogliente e sereno più che si può, ma tu non te ne andare.

Il 12 ottobre 2017 è venuto al mondo il mio ometto, Tommaso!

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