È così: Leonardo, si lui, il genio toscano che non ha eguali al mondo, è passato dall’ Abruzzo e ovviamente ha lasciato il segno.
Da Vinci, nel 1499, si avventura negli Abruzzi con un mercante di stoffe, il suo amico milanese Paolo Trivulzio. Quest’ultimo scendeva spesso negli Abruzzi, dove acquistava la preziosa lana pregiata sugli altipiani aquilani, infatti all’epoca, la lana dell’Aquila era la più pregiata sul mercato e producevano sia come materia prima che come prodotti lavorati, tanto che alcuni centri abruzzesi avevano stretti rapporti commerciali con Firenze e Milano.
Raggiunsero Taranta Peligna, centro di produzione di questi tessuti e dove Leonardo, ben più pratico di macchine rispetto al suo amico Trivulzio, riuscì nell’ impresa di capire il funzionamento di quei telai, che all’epoca erano all’avanguardia della tecnica.
Leonardo, per sdebitarsi, fece alcuni disegni che i tessitori di Taranta Peligna utilizzarono come trama dei loro capi e, fino ad oggi, per creare le celebri coperte abruzzesi (sempre più rare), si utilizzano le stesse trame.
Fin qui direte:” Ok bello, tutto molto interessante! Ma è vero o è una leggenda?” Bhe…nella “Royal Collection” di proprietà della regina Elisabetta II, conservati presso il castello di Windsor, si possono vedere alcuni bozzetti realizzati da Leonardo da Vinci che raffigurano la città di Sulmona, un affresco che rappresenta il Morrone e uno la Majella.
Ma possiamo andare ben oltre nei legami tra Leonardo e l’Abruzzo!
Chi ha interesse verso questo eclettico personaggio della nostra storia, sa che Leonardo ancor prima che essere un artista, si definiva un ingegnere idraulico: all’inizio dell’ 500, papa Leone X concede al fratello Giuliano de’ Medici la bonifica dell’Agro Pontino a proprie spese. E così, nel 1514, Leonardo realizza il progetto per il prosciugamento delle paludi pontine e per il porto di Civitavecchia, progetto anch’esso conservato alla Royal Library dei Windsor.
Leonardo progettò un’opera che da tutti veniva considerata irrealizzabile e ci riuscì proprio perché durante il viaggio di ritorno da Sulmona a Roma, aveva avuto modo di studiare il prosciugamento del lago Fucino, compiuto dai romani 1500 anni prima. Infatti l’antica via Valeria era la strada obbligata per chi da Sulmona volesse tornare a Roma e alcuni disegni di Leonardo sono stati realizzati sulla carta della cartiera di Celano, tutt’oggi esistente seppure tanti vogliono demolirla!
Non si può adesso omettere un altro aneddoto importantissimo che riguarda Leonardo e i suoi rapporti con l’Abruzzo.
L’opera di Leonardo, considerata dagli studiosi tra le più importanti e poco approfondite, venne realizzata sulla carta della cartiera di Celano: il Codice Lauri. Questo importante codice, finora mai pubblicato, ma conservato dalla famiglia Lauri di Pescara, riporta l’opera di Leonardo nota come “trattato della pittura”. In alcune edizioni quest’impresa leonardiana si poteva trovare anche nel “De Pittura” di Leon Battista Alberti, un artista che Leonardo ammirava tantissimo e che studiò approfonditamente, perché nel suo trattato riportò per primo un’innovativa tecnica di pittura chiamata “sfumato”, che poi servì a da Vinci per creare l’enigmatico sorriso della Monnalisa.
Inoltre Leonardo e Torlonia avevano dei legami, tramite la Monnalisa di Torlonia e tramite il dipinto di Leonardo da Vinci a Villa Torlonia ad Avezzano.
Palazzo Torlonia che si trova sulla via della Conciliazione a Roma, è attribuito al Bramante, ma si tratta di una rilettura di palazzo Rucellai di Firenze. La facciata del palazzo dei Torlonia è troppo simile a quella dell’edificio fiorentino, che fu progettato proprio da Leon Battista Alberti.
Vorrei parlare con lei. Sono una giornalista di Sulmona. Mi mandi il suo numero tramite Messenger ba zar. Grazie
Gent.ma Barbara, ti invierò il numero al più presto. Grazie