L’ Abruzzo è la regione delle musiche e dei canti ( anche se non solo lei).
Lo è stata soprattutto in passato ma lo è ancora oggi.
D’ altra parte una regione come la nostra che ha dato i natali a fior di musicisti come Zaccaria da Teramo ( sec.XV), Fedele Fanaroli di Lanciano, Derminio Mayo di Vasto, per arrivare al violoncellista Gaetano Braga di Giulianova, all’autore delle famose romanze Francesco Paolo Tosti da Ortona, al padre della musica folk Antonio Di Jorio, non poteva certamente porre una soluzione di continuità alla sua tradizione musicale.
Il patrimonio musicale della nostra regione è quanto mai ricco, ma in particolare appare interessante il settore che si riferisce alla musica folk.
Le musiche più caratteristiche sono da ricercarsi nei canti d’amore e nelle nenie mistiche, con il quale il popolo intona certe preghiere, nelle laude ai santi, con le quali vengono accompagnate le processioni, ( suggestiva la versione del Miserere cantata e suonata nella mia città Ortona la notte del Venerdì Santo – che quest’anno è saltato- vi lascio link cliccate sulla parola Miserere, nella versione
composta dall’ autore Francesco Paolo Masciangelo) , nei canti della culla, in cui è manifesto tutto l’amore materno, nei canti della tomba, ove imperano le più schiette espressioni d’amore e di dolore.
Non vanno dimenticate per armonia ed importanza le canzoni che accompagnano le danze e il ballo tra le quali c’è quella tarantella che rimane sempre il ballo principe degli abruzzesi.
La tarantella abruzzese, a parte la struttura ritmica propria di questo genere di ballo,si distingue per le sue riconoscibili caratterizzazioni da tutte le altre tarantelle, non esclusa quella napoletana.
Vi sono poi i canti campestri con i quali i contadini cercano di alleviare la loro fatica quotidiana e che sono canti della semina, dell’aratura, della mietitura, della trebbiatura e della vendemmia.
Sulla base di questa bella tradizione è stato fondato il successo delle canzoni folkloristiche regionali.
Il Canzoniere Abruzzese è tanto ricco di successi che diventa difficile anche stabilire una graduatoria fondata sull’intensità dei vari successi.
La canzone che è diventata l’inno degli abruzzesi, anche perché è riuscita ad ottenere successi internazionali, è quella che porta il titolo di “Vola Vola Vola“: per le parole del poeta Dommarco e la musica di Albanese.
Non è questo l’unico esempio di sodalizio artistico realizzato fra un letterato ed un musicista compaesani, ve ne sono altri infatti che hanno dato vita a canzoni di grande successo.
Parliamo di Mare Nostre, con le parole dell’umanista Luigi Illuminati e la musica del maestro Antonio di Jorio.
Din Don i cui versi sono del latinista Cesare De Titta, e le musiche ancora di Antonio di Jorio.
Lu Piante de li foje, di De Titta- Albanese.
Tuppe Tuppe lu murtare, che Aniello Polsi ha musicato su di un antico canto popolare.
Continuando citiamo Marrucche e frusche di Di Iorio- De Carolis.
Ci sono poi i capolavori di musica folk di autori anonimi ( ahimè) come Lu Lamente de la Vedova, in dialetto vastese, Zi Nicò e Tutte li funtanelle.
Non si può a questo punto non citare le varie corali e i gruppi folkloristici che hanno portato i canti e la musica abruzzesi al di là dei confini nazionali raggiungendo grande successo di critica e di pubblico.
Ne volete un elenco?
- Coro Giuseppe Verdi di Teramo
- Gruppo folkloristico di Frisa
- la corale di Hatria di Atri
- il gruppo folkloristico Cerbis di Bisenti-Cermignano
- i gruppi corali di Tagliacozzo, Orsogna, Castel di Sangro
- i Ragazzi d’Abruzzo di Silvi
- il Coro delle ore 15 di Roseto
Interessante è bellissimo articolo sulle tradizioni musicali abruzzesi !!
Grazie mille Federica