Due giorni nella valle della Toscana più fotografata al mondo
La Val D’Orcia è una vallata a sud della Toscana molto ricca paesaggisticamente, con una cultura d’appartenenza e, dal 2004, patrimonio dell’umanità.
Durante il Rinascimento, lo sappiamo, la ricerca estetica era la base di ogni forma d’arte: questo ha guidato anche la realizzazione paesaggistica di questi luoghi, influenzandone di conseguenza anche la mentalità degli abitanti. Ecco perché si dice che questa zona toscana abbia una cultura d’appartenenza ben dettagliata e forte.
Dopo questo breve incipit, ecco che vi mostro l’itinerario che abbiamo realizzato io e mio marito, con l’immancabile aiuto del nostro piccolino, nella zona della Val D’Orcia: luogo sublime in inverno, ma che non vediamo l’ora di rivivere in primavera e in autunno in modo particolare.
Perchè la Val D’Orcia è così caratteristica?
Quando si pensa alla Toscana, viene subito in mente il paesaggio collinare, con i campi di grano dorati, le dolci colline che si susseguono l’ una dopo l’ altra… ma sopratutto le caratteristiche file di cipressi lungo le strade sterrate o i vecchi casolari e le case di campagna sparse qua e là.
1° Giorno
San Quirico D’Orcia
Partiti da Firenze, la nostra meta era Abbadia San Salvatore, un piccolo borgo del senese ai piedi del Monte Amiata, praticamente sconosciuto, rispetto a paesi e borghi della nomea di Montalcino o Pienza.
E proprio per tale motivo che ci premeva visitare questo interessante borgo, che ovviamente ha superato le nostre aspettative.
Prima però ci siamo fermati a San Quirico D’Orcia : ci troviamo proprio a metà strada tra Pienza e Montalcino, un luogo ideale per far partire il vostro itinerario di questa zona toscana, essendo posto in modo strategico.
Il borgo sorge su di una collina, notevole la vista panoramica che offre infatti. Nata sui resti di un antico villaggio, importante tappa nel medioevo lungo la Via Francigena, dove i pellegrini in viaggio verso la Roma trovavano ristoro, San Quirico si trova ancora oggi all’interno della sua cinta muraria e, attraverso le sue quattro porte, potrete entrarvi e ammirarne la bellezza d’un tempo.
Cosa vedere a San Quirico D’Orcia
- La Collegiata, la chiesa principale di San Quirico e
Giulitta, una splendida chiesa romanica con elementi gotici e barocchi, caratterizzata da tre bellissime entrate con sculture di leoni, tutte differenti tra loro. - A fianco della Collegiata, si trova Palazzo Chigi, un bel palazzo storico che oggi ospita il comune della città .
- La Chiesa di San Francesco, detta anche Chiesa della Madonna, in quanto ospita la statua in terracotta della Madonna, opera di Andrea della Robbia.
- La Chiesa di Santa Maria Assunta, un altro splendido esempio di stile romanico. La chiesa appare molto semplice ma piena di atmosfera; il portale principale è adornato con piccole sculture di animali, che ricordano molto quelle sulla facciata dell’ Abbazia di Sant’ Antimo a Montalcino.
- Gli Horti Leonini, splendido esempio di giardini all’ italiana disegnati intorno al 1540 da Diomede Leoni; i giardini hanno al centro una bella statua di Cosimo III de’ Medici.
- Qui si trovano inoltre i resti della Torre del Cassero, un’ antica torre medievale di oltre 39 metri, che purtroppo andò distrutta nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Ma un dettaglio che assolutamente non dovete perdervi di San Quirico è
IL PANORAMA: dalle mura fortificate che circondano gli Horti, è possibile godere di una strepitosa vista sulla Valdorcia, a partire dal Monte Amiata fino alle città collinari di Pienza e Montepulciano.
Cappella di Vitaleta
Ad est di San Quirico d’ Orcia, sulla strada panoramica che conduce a Pienza, si trova una dei punti più belli e più fotografati dell’ intera Val d’Orcia: la Cappella di Vitaleta, una piccola cappella sulla cima di una graziosa collina, circondata da un paesaggio suggestivo.
Anche se forse non ne conoscevate il nome, l’ avrete sicuramente vista sullo sfondo del desktop del computer, in qualche documentario o nelle cartoline appese nei tabacchini.
DOVE ABBIAMO PERNOTTATO
Questo articolo nasce in collaborazione con il Bed & Breakfast che ci ha ospitato, ovvero B&B Il Biancospino.
Questo delizioso B&B riccamente decorato in stile shabby, si trova a due passi dal Centro di Abbadia San Salvatore. L’accoglienza è stata delle migliori, il clima familiare e disteso, rilassante. La camera ben pulita e curata nel dettaglio….
La colazione , che si svolge in questa saletta che sembra un bar d’epoca francese, è molto variegata: al mattino pan e cornetti freschi appena sfornati, e tra le mille specialità di torte e dolci, non poteva mancare l’irresistibile Torta Ricciolina, tipica del luogo.
Leggete più in basso di cosa sto parlando!
2° Giorno
Abbadia San Salvatore, Monticchiello e Pienza
Tra i borghi più belli del Monte Amiata c’è senza dubbio, Abbadia San Salvatore, una località dove il tempo sembra essersi fermato.
Nonostante essere un piccolo luogo della via Francigena e nonostante non abbia mai conquistato le alte vette della fama, come molte località vicine della provincia di Siena, Abbadia offre al turista innumerevoli posti da visitare e diversi tipi di escursioni da praticare, trovandosi così alle pendici della montagna.
Il centro storico del paese, quello che badenghi chiamano semplicemente “paese vecchio”, si è sviluppato intorno alle numerose chiese presenti e mantiene ancora oggi molte caratteristiche originali.
Cosa vedere ad Abbadia?
- L’Abbazia: risalente all’anno 1035, situata al centro del paese, è stata per tanto tempo il fulcro di un grande potere esercitato dai monaci sul territorio. E’ l’edificio sacro che dà il nome al comune di Abbadia San Salvatore e, grazie anche al ruolo di grande prestigio di cui godeva, possedeva notevoli tesori di oro e argenteria. La maggior parte dei reperti sopravvissuti sono collocati nel moderno museo allestito nell’ala est. Tra i reperti di maggior valore ricordiamo: il Cofanetto Scoto-Irlandese: è un reliquiario rettangolare di piccole dimensioni. Reliquiari simili si trovano soltanto in Irlanda ed in Scozia ma quello presente nell’Abbazia ha una ornatura metallica che ne fa un pezzo unico, datato alla metà del secolo VIII. Una Copia della Bibbia Amiatina: da un esemplare proveniente dal monastero di Vivarium in Calabria due abati fecero eseguire tre copie di cui la Bibbia Amiatina è la sola superstite. La Casula di San Marco papa: la casula riccamente decorata viene attribuita al santo patrono e il Reliquiario di San Marco Papa: eseguito nel 1381 in bronzo dorato e al suo interno è custodito il capo del santo.
- Parco Museo Minerario Abbadia San Salvatore Monte Amiata:
una ex miniera dove fino al 1972 si estraeva il cinabro per ricavarne mercurio. Oggi si può scendere nelle viscere della terra e visitare le gallerie, accompagnati da un ex minatore che racconta quali erano le condizioni di vita e di lavoro sottoterra. Un’esperienza davvero unica!
Un museo molto ben realizzato e pieno anche di installazioni multimediali che spiegano la vita della miniera sotto vari punti di vista, da quelli scientifici a quelli storici fino alle lotte sindacali. Bellissimo il piccolo giro nelle galleria della miniera su un trenino elettrico simile a quello dei minatori. Ci sono officine, sale di produzione, abitazioni, in parte visitabili. Consigliato soprattutto con i bambini.
Cose da fare quando siete ad Abbadia San Salvatore – BAGNI SAN FILIPPO
- Escursioni sul Monte Amiata: salire sulla vetta del Monte Amiata, la grande montagna madre in primavera e in estate sarà bellissimo passeggiare per i sentieri di trekking o fare un’escursione in bicicletta, in autunno potrete ammirare i mille colori cangianti delle foglie mentre d’inverno potrete ciaspolare sulla neve fino alla cima, da cui si gode un panorama indimenticabile.
- Assaggiare la Torta Ricciolina: la torta di pastafrolla farcita di crema al cioccolato, nocciole e meringa.
- Rilassarsi alle Terme Pubbliche dei Bagni San Filippo: ci troviamo a meno di 10 chilometri da Abbadia, in queste terme naturali a cielo aperto, alimentate da acque iper-termali alla temperatura di 48°, che posseggono proprietà analgesiche, antinfiammatorie e miorilassanti sulle articolazioni, oltre che fluidificanti sulle mucose.
Qui si può gratuitamente usufruire, presso la Cascata della Balena Bianca, di bagni termali liberi nel fiume o anche in piccole vasche calcaree costruite artificialmente e poi cementificate dallo stesso scorrere dell’acqua. Spettacolare la - formazione della stupefacente “Balena Bianca”, l’enorme formazione calcarea che si è formata a partire dagli anni ‘60 del Novecento, quando le acque di scarico dello stabilimento, ricche di calcio, un tempo rilasciate più a valle, vennero indirizzate nell’ attuale posizione. Il suo nome deriva dalla sua massiccia conformazione che la fa assomigliare al minaccioso cetaceo Moby Dick narrato da Melville nel suo romanzo. La frequentazione in epoca storica di queste acque è molto lunga: è testimoniata già da ritrovamenti di rovine termali di epoca romana, ed è illustrata dalla preferenza accordata a questo centro di cura da personaggi illustri come Lorenzo il Magnifico. Il Machiavelli la menziona peraltro nella sua famosa opera la Mandragola.
Monticchiello
Una chicca, come direbbero alcuni. Ed è così, Monticchiello sembra la scenografia di un film ambientato all’epoca de i’Medici, facile da raggiungere, piccolissimo come borgo (lo giri in un attimo), di una bellezza unica.
Strade strette, viuzze, case in pietra…tutto questo rende Monticchiello un bellissimo borghetto della Val D’Orcia, ma ciò che lo rende davvero unico è il panorama. Si, perché questo bellissimo luogo offre una vista sulla vallata senese come pochi, e se capitate al tramonto, resterete senza parole.
” Visto da lontano Monticchiello è solo una torre che si innalza tozza e robusta, al sommo di un colle. I resti delle sue formidabili mura e la sua porta medievale infatti si mostreranno chiaramente agli occhi del visitatore solamente quando questi sarà giunto quasi a ridosso del castello. “
https://teatropovero.it/monticchiello/
Pienza
Situata nel cuore della Val D’Orcia, vicino Siena, è considerata la città perfetta che incarna la visione rinascimentale della città ideale, con la sua organizzazione razionale degli spazi e delle prospettive di piazze e palazzi cinquecenteschi.
Patrimonio dell’UNESCO dal 1996, Pienza fu fondata da Papa Pio II, ovvero Enea Silvio Piccolomini che, divenuto Papa nel 1458 con il nome di Pio, affidò la ristrutturazione della sua città natale a Bernardo di Matteo Gambardelli detto il Rossellino, allievo del famoso Leon Battista Alberti, architetto e scienziato.
Così nacquero le incredibili rappresentanze architettoniche della Cattedrale e del Palazzo Piccolomini.
La prima, la Cattedrale, conosciuta come il
Duomo di Pienza, tra forme gotiche e rinascimentali, fu pensato per essere inserito scenograficamente nella piazza principale della cittadina.
L’interno è diviso in tre navate e, incredibile, salta subito all’occhio, il fatto che nella navata laterale di sinistra, dentro una nicchia, c’è un’organo a canne degli anni settanta, elettrico.
Palazzo Piccolomini, detto anche palazzo Pontificio, a pianta quadrata, in pietra viva lavorata in bugnato, si erge su tre piani. All’interno del palazzo anche una piccola corte con loggiato e un giardino, realizzato secondo i dettami rinascimentali.
Per informazioni su orari di apertura: www.palazzopiccolominipienza.it.
Ovviamente a Pienza non potete non mangiare il cacio, un tipo di formaggio pecorino che troverete in diverse varianti (delicato, piccante e stagionato) in tutti i menù dei ristoranti, oppure come ideale abbinamento con salumi e vini locali.
“Pienza, nata da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza”
…è la definizione data dal Pascoli per esprimere l’unicità di questo borgo, da visitare in un lento itinerario, per apprezzarla al meglio.